Se pensi che per scoprire meraviglie archeologiche e naturali straordinarie tu debba viaggiare lontano, fermati un attimo: la Val di Cornia, nel cuore della Toscana, nasconde gioielli che ti sorprenderanno. Dai siti etruschi alle miniere, dalle rocche medievali ai musei immersi in scenari mozzafiato, questo angolo d’Italia è un viaggio nel tempo e nella bellezza.
Il parco archeologico di Baratti e Populonia: un tuffo nella storia antica

Uno dei più suggestivi è sicuramente il Parco Archeologico di Baratti e Populonia, che racchiude l’antica città etrusca e romana di Populonia. Io credo di esserci già stata almeno cinque volte ed ogni volta scopro o noto qualcosa di nuovo. Ogni volta mi meraviglio della bellezza di questo luogo. Questo sito era noto fin dall’antichità per la produzione di ferro, che lo rendeva un punto nevralgico nel commercio mediterraneo. Qui potrai ammirare resti di antichi forni e sepolture monumentali che raccontano la grandezza della civiltà etrusca. E infine una delle chicche di questi Parchi: le necropoli delle Grotte del Parco del Golfo di Baratti! Ti stupiranno con i loro paesaggi scolpiti nella roccia: eh già, non serve viaggiare fino in Giordania per vedere una piccola “Petra”!

Musei di eccellenza: viaggio tra tesori storici
Il circuito dei musei della Val di Cornia offre esperienze uniche. Dal Museo Archeologico del Territorio di Populonia a Piombino, con i suoi reperti unici come l’antica anfora di Baratti, capolavoro in argento rinvenuto nelle acque del Golfo, fino al Museo della Rocca Aldobrandesca che domina la valle, ogni museo è una finestra aperta sulla storia. Questi spazi si distinguono per l’eccellenza delle esposizioni, offrendo ricostruzioni in scala reale di ambienti e video che rendono la visita interattiva e accessibile a tutti. Per le famiglie, molti musei organizzano laboratori durante tutto l’anno, permettendo ai più piccoli di avvicinarsi alla storia in modo divertente.

A proposito dell'antica anfora di Baratti...
La storia dell’anfora di Baratti è affascinante già a partire dal suo ritrovamento.
Era l’alba di una primavera del marzo 1968, quando il peschereccio del signor Gaetano Graniero, “La Bella Michelina”, durante l’attività di pesca nelle acque antistanti il Golfo di Baratti, riportò a galla nelle sue reti uno strano oggetto, simile ad una fiasca. Era completamente ricoperto dalle incrostazioni marine e deformato. Lui stesso lo definì “un vecchio secchio arrugginito, a cui non dette alcuna importanza”. Se fosse stato per lui sarebbe finito nuovamente in mare! Come biasimare Graniero? Il povero pescatore, spinto come tanti dalla miseria, aveva un’unica preoccupazione: mantenere decorosamente la famiglia composta già allora da ben nove figli. Invece i suoi uomini, appena rientrati nel porto di Livorno, decisero di portare l’oggetto al bar dove erano soliti andare, così, tanto per farla vedere. Fu così che l’anfora finì nelle mani di qualcuno che invece probabilmente aveva capito che il “secchio” era qualcosa di prezioso, un’anfora della quale si erano perduti i manici, fatta d’argento e di manifattura antica. La moglie di Gaetano, venuta a conoscenza del fatto, andò al bar, rintracciò il nuovo possessore dell’anfora e, dopo aver rifiutato un’offerta in denaro, se la riportò a casa.
Un amico di famiglia di Graniero scrisse alla Presidenza della Repubblica per informare del ritrovamento di un reperto eccezionale, sperando in un riconoscimento. Tuttavia, non avendo informato le autorità competenti, Graniero rischiava l’accusa di furto, che poteva portare fino a un anno di carcere e una pesante multa. Dopo cinque giorni, la Guardia di Finanza sequestrò l’anfora, ma cinque mesi dopo il Pretore di Livorno stabilì che Graniero non poteva essere accusato, poiché aveva notificato il ritrovamento alla più alta autorità dello Stato. Alla fine, Graniero fu ricompensato con 2 milioni di lire, un quarto del valore dell’anfora.
Sicuramente, dopo il lungo restauro, l’Anfora di Baratti acquistò un valore inestimabile. Per molti anni esposta al Museo archeologico di Firenze, dal 2001, anno della sua inaugurazione, è entrata a far parte della collezione permanente del Museo archeologico del Territorio di Populonia, a Piombino. Oggi ne è il suo simbolo.

La Rocca di Campiglia: Testimone del Medioevo
Le rovine della Rocca di Campiglia Marittima si affacciano su tutta la Val di Cornia, un borgo che racconta le vicende medievali attraverso i suoi resti millenari. Durante la visita, le ricostruzioni storiche e gli oggetti quotidiani riportati alla luce ti faranno rivivere un’epoca in cui la rocca dominava il paesaggio circostante e le vite delle persone che vi abitavano.

Parco archeominerario di San Silvestro: avventure tra storia e natura
Se ami l’avventura, il Parco Archeominerario di San Silvestro è il luogo perfetto. Al suo ingresso, l’area del Temperino accoglie i più piccoli con un percorso tecnico-didattico che insegna a migliorare le tecniche di guida della mountain bike. Ma il vero cuore del parco è la Galleria Lanzi-Temperino, un’antica miniera che si può visitare a bordo di un trenino minerario, offrendo una finestra straordinaria sulla storia industriale legata a Populonia. Un viaggio unico, tra grotte e corridoi sotterranei, alla scoperta dell’evoluzione delle tecniche minerarie.

Con la Parcheo Card sconti per un’esperienza completa
Per chi soggiorna in strutture convenzionate come la nostra, c’è una bella sorpresa: uno sconto del 20% sull’ingresso a vari parchi e musei, tra cui il Parco Archeologico di Baratti e Populonia, il Parco Archeominerario di San Silvestro, e i musei del territorio. Un’opportunità imperdibile per vivere a pieno la magia di questa terra, in tutte le sue sfaccettature.
La Val di Cornia ti aspetta per un’esperienza ricca di storia, cultura e natura. Sia che tu voglia perderti tra i resti etruschi di Populonia o scoprire l’antica vita nelle miniere di San Silvestro, c’è sempre qualcosa di speciale da esplorare. Che aspetti? Pianifica la tua visita e lasciati sorprendere da queste perle nascoste della Toscana!
Le Piccole Guide sono ideate, create e curate da Diana Castelfranco e me stessa, Bruna Carvalho. Per rimanere sempre aggiornati seguite i nostri profili su Instagram @lacasanelcastello e @lagualdavecchia.
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